sabato 6 settembre 2008

Fughe dalla realtà?


Pubblico anche qui il mio commento in risposta al profondo e significativo post pubblicato su Suburbia




Condivido quello che tu dici, una visione paranoica e incentrata su argomenti di stile persecutorio-egocentrico non si accorda col mio modo di percepire e di pensare. Io sono un'ottimista, per natura e non mi piace crogiolarmi in pensieri di questo stampo. Laddove tu scrivi "Siamo davvero tutti prigionieri di una Matrix (e con tutti intendo chi si manifesta, scrive, sul web e fuori da internet) e schiavi di un Grande Fratello?" No, non lo siamo davvero, non tutti.
Chi si manifesta, chi scrive, chi scatta fotografie cercando di leggere quello che accade al di là di ciò che vorrebbero fargli credere, non lavora, non vive e non sente all'interno di questa logica. Perchè vedi, Lapsus, questa è la logica che ci vuole prigionieri di una gabbia e l'atto di riconoscere la gabbia come unico e solo contenitore delle nostre idee, pur gridando di volerne trovar l'uscita, non è altro che un modo per accomodarvisi e compiacersene.
Scrivi "Questa fuga, la fuga alla riscopertà di sè e dell'altro, nell'immaginario, nei mondi virtuali, anche mediante quel che il Potere ancora consente di utilizzare. io la rivendico!"

Non l'ho mai considerata una fuga dal reale. Spesso il reale è fittizio, spesso il cosiddetto reale costituisce la VERA fuga, quel falso reale costruito da umani che hanno deciso a priori che cosa dobbiamo acquistare, quali film dobbiamo vedere.
Siamo arrivati al paradosso per il quale quella che viene definità fuga dalla realtà è piuttosto un'occasione imperdibile per lo scambio e la condivisione di emozioni/opinioni/conoscenza.
Mi vengono in mente certe nottate trascorse su google ( un famoso centro commerciale in cui per fortuna possiamo trovare di tutto e non solo quello che ci propinano LOL ) a sognare per connessioni, a leggere biografie di persone mai sentite nominare prima.
Impagabili momenti per l'acquisizione di conoscenza, ma soprattutto per permettere al PENSIERO di vagare LIBERAMENTE nello spazio delle idee e delle suggestioni. Parli di riscoperta, aggiungerei anche "scoperta".
E in questo momento mi sembra anche opportuno prendere le distanze dalla rabbia, se essa non mi conduce alla liberazione. Eppure che strano, io mi sento già libera dal momento in cui scrivo, interagisco, condividido, discuto e mi confronto. Respingi l'invito a tornare nel mondo reale?
Mah, secondo me il mondo reale è esattamente DOVE SIAMO, il qui e ora, il mondo reale è il libro che leggo, le idee, le invenzioni, le scoperte, queste parole che scrivo.

Non ho mai percepito questa separazione, non la sento, ma forse è per quella frase del mio profilo che sento così mia. Le parole di Stex "Forse vi ritorneremo, come gli emigranti dopo una lunga assenza, visitando ruderi di prims in decadenza o forse ci ricorderanno che è esistita mainland alcuni vecchi screenshot. Ma quel tempo non è ancora giunto. " mi hanno ispirato un'immagine, una fotografia, scattata solo con il cuore: i ruderi di prims nei quali ci aggireremo increduli tra cent'anni ( ma cent'anni in rete potrebbero essere sei mesi )

:) Papper

( ricordate lo slogan "una risata vi seppellirà" ? )

P.S. Il mondo non è un blog e il blog non è il mondo

1 commento:

  1. rileggendomi a un anno e mezzo di distanza, e rileggendo il tuo commento, cara Papper, mi sembra si perda il senso di quel che pensavo, e tuttora penso:

    "Questa fuga, la fuga alla riscopertà di sè e dell'altro, nell'immaginario, nei mondi virtuali, anche mediante quel che il Potere ancora consente di utilizzare. io la rivendico!

    E sono anche un po’ stanco di chi insiste a offrirmi di liberarmi (lo scrivo per spirito polemco, nessun si offenda!). E di questo, ebbene sì, diffido!

    E respingo l'invito a tornare nel mondo reale, come fosse un dato di natura, questo famoso mondo reale, che chiunque non ingenuo dovrebbe preferire ai mondi immaginari, illusori, magici e dunque stregati, per di più costruiti direttamente dentro la mente del grande fratello.

    Che facciamo? torniamo al DiaMat (materialismo dialettico, minuscolo) di staliniana memoria, alla negazione del soggetto e della persona?

    Eppure mi sembrava si parlasse di specchi, e anche di arte ..."

    Nessuna paranoia, ma essendo che 'non si vede bene che col cuore, l'essenziale è invisibile agli occhi' per me REALE è appunto quel che percepisco col cuore e la mente aperti, possibilmente non 'controllati' da nessun agente esterno!

    http://www.centromimir.it

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